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Il DNA familiare nel caffè del mondo

Un aroma inconfondibile, dal sapore familiare, presente in 30 Paesi.

Il Caffè Pavin racconta la sua “miscela” vincente.

Prima dell’intervista, ha bevuto il suo caffè: uno dei cinque che assapora, durante la giornata, a caso o in azienda. Comincia così l’incontro con Emiliano Beghetto, amministratore della Caffè Pavin, immerso nel suo mondo, l’azienda in quel di Tombolo, paese dell’Alta Padovana.

Realtà familiare di terza generazione, Caffè Pavin fa risalire le proprie radici a fine Ottocento, attorno allo storico Caffè Commercio, nella piazza del paese, dove il nonno inizia nel dopoguerra ad acquistare caffè crudo, e a tostarlo e miscelarlo con una prima piccola tostatrice. Da qui nasce l’azienda che oggi opera in una trentina di paesi in tutto il mondo: un vanto per un’azienda familiare ma saldamente ancorata ad alcuni valori fondamentali. “Noi siamo il nostro DNA – racconta Emiliano Beghetto che dal 2004 dirige Caffè Pavin assieme ai cugini Franco, Gianfranco e Placido e alla mamma Nedda, onnipresente con la sua passione ed energia – Un DNA che abbiamo ereditato dai nostri genitori e nonni e di cui tutta l’azienda è intrisa, un po’ come l’aroma del nostro caffè. È una questione di fluidi che incontrano, un vero e proprio miscuglio che fa la miscela”.

Un altro punto di forza e valore di Caffè Pavin è sicuramente l’orizzontalità delle posizioni in azienda. Non c’è il “paròn”, il padrone, per dirla alla veneta, ma tutti sono considerati allo stesso livello pur nel rispetto delle mansioni, delle attitudini e delle specificità di ognuno, giacché tutti operano per il bene dell’azienda. “Crediamo molto nel senso di responsabilità di ognuno – continua l’imprenditore – e nella valorizzazione delle capacità del singolo, cui diamo massima libertà. Il risultato è ottimo, come anche il benessere aziendale”.

“Di natura, noi siamo sempre stati ottimisti. Anche nei momenti più difficili, come i lockdown conseguenti alla pandemia, non abbiamo mai visto nero, anzi nemmeno grigio. Pure questo fa parte del nostro codice genetico, condizionato però da un territorio che è storicamente fiducioso, aperto al mondo e al commercio. E non è un caso che proprio queste terre abbiano dato i natali a Ennio Doris che, tra l’altro, è cugino di mia mamma”, termina Beghetto preparando un espresso per concludere la chiacchierata.

Articolo scritto dalla rivista Stil’è – L’arte di Vivere il Bello.